La produzione di massa di rifiuti plastici è iniziata negli anni '50. La sua popolarità è dovuta alla sua ampia applicazione e ai bassi costi di produzione e lavorazione. Dopo aver utilizzato la carta per lungo tempo, portando con sé il problema della deforestazione e dell'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali a causa di un uso incontrollato delle stesse, l'uomo ha trovato conforto nella plastica. Le foreste hanno preso fiato, ma cosa è successo nel frattempo?!
La plastica ha preso il monopolio: imballaggi - bottiglie, contenitori, fogli, sacchetti, retine; abbigliamento tessile, calzature, rivestimenti; cosmetici - scrub, creme... Originariamente concepita come materiale durevole, oggi è in realtà per lo più monouso, il che ci ha portato alle attuali sfide.
Secondo i dati dell'OCSE, la quantità annua di rifiuti plastici pro capite varia: ad esempio, negli Stati Uniti è di 221 kg, mentre nei paesi europei dell'OCSE la media è di 114 kg. Secondo il Parlamento europeo, nel 2021, un residente medio dell'UE ha generato 36,1 kg di rifiuti di imballaggi in plastica. Secondo l'iniziativa Plastic Smart Cities, la Croazia produce ogni anno circa 96 kg di rifiuti di plastica pro capite.
L'Europa è al secondo posto al mondo per produzione di plastica: secondo le ultime ricerche, fino al 70-80% dei rifiuti prodotti finisce nell'ambiente marino e si stima che fino a 300 milioni di tonnellate di rifiuti plastici galleggino negli oceani di tutto il mondo.
(Fonte della foto: https://www.oceansplasticleanup.com/Gyres_Oceans_Plastics_Marine/Pacific_North_Gyres_Oceans_Marine_Plastic_Cleanup_Projects.htm)